Stato: 25/03/2022 08:39
Nel cosiddetto caso Russia, l’ex presidente degli Stati Uniti Trump ha citato in giudizio il suo ex avversario Clinton per diffamazione. I democratici hanno accusato Trump di aver cospirato con la Russia nelle elezioni americane del 2016.
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha citato in giudizio il suo ex oppositore, Hillary Clinton, e altri democratici per diffamazione in relazione al cosiddetto caso Russia. Clinton, il Comitato Nazionale Democratico ei loro “sostenitori” hanno affermato di essere colluso con la Russia alle elezioni presidenziali.
In vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, hanno cospirato “per pura malizia per fabbricare la falsa narrativa” che il candidato repubblicano Trump stesse lavorando con la Russia, secondo la causa intentata presso la corte federale della Florida. Per sostenere il loro “complotto”, Clinton ei suoi sostenitori “hanno falsificato le prove e hanno frodato le forze dell’ordine” e “hanno sfruttato il loro accesso a database altamente sensibili”. Questo è così “oltraggioso, anti-statale e rovente” che il caso Watergate sembra “pallido” al confronto.
Non ci sono prove di collusione illecita
Il cosiddetto affare Russia fu oggetto di un’intensa indagine da parte dell’allora consigliere speciale Robert Mueller. La domanda era se Trump e il suo team elettorale stessero lavorando con la Russia per influenzare le elezioni del 2016.
Il rapporto Mueller cita diversi incontri tra i soci di Trump e i russi, ma il rapporto non rivela prove della complicità del team della campagna di Trump con la Russia. Quindi Trump ha annunciato l’assoluzione totale dopo la pubblicazione del rapporto Mueller.
Trump ora sta cercando un processo con giuria in Florida, dove ha intentato la causa. Il repubblicano ha affermato di aver finora speso 24 milioni di dollari in spese legali per difendersi dalla diffamazione. Ora chiede un risarcimento tre volte superiore: 72 milioni di dollari.
Inoltre, l’ex capo dell’FBI è tra gli imputati
Oltre a Clinton, che si candidò contro Trump alle elezioni presidenziali del 2016, anche l’allora responsabile della campagna elettorale di Clinton, John Podesta, e l’ex capo dell’FBI James Comey furono elencati come imputati, così come lo studio legale della campagna democratica Perkins Coye, Inc. GPS Fusion.
È stato anche nominato l’ex agente segreto britannico Christopher Steele, che ha preparato un dossier prima delle elezioni presidenziali del 2016 che si diceva contenesse disinformazione su Trump. Trump ha più volte definito “falso” il file di Steele. Il New York Times ha anche concluso che non c’erano prove a sostegno di molte delle accuse di Steele.
Per gentile concessione di Arthur Landwer, ARD Studio Washington
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