Una fiera offre le varianti di pizza più insolite e talvolta confuse. Una scorciatoia per la tradizionale pizza italiana.
L'organizzazione agricola italiana Coldretti ha organizzato una mostra speciale chiamata “Pizzeria dell'orrore” (La Pizzeria degli Orrori) nella città meridionale italiana di Napoli.
Secondo i resoconti dei media, ha servito una raccolta delle pizze più insolite e spesso insipide provenienti da tutto il mondo. La mostra si è tenuta il mese scorso in occasione dell'anniversario dell'iscrizione del pizzaiolo napoletano nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO.
I punti salienti della mostra includono pizze con ingredienti insoliti come la carne di serpente, venerata a Hong Kong. Spiccano anche le pizze con carne di canguro, coccodrillo o struzzo provenienti dall'Australia, spiega Goldretti su X (ex Twitter).
Combinazioni attraenti
Quest’anno sono state lanciate varietà ospedaliere infuse con cannabis in Australia e un popolare mix di pollo e parmigiano negli Stati Uniti – una corruzione del vero parmigiano.
Secondo un'indagine condotta dalla Coldretti, un terzo degli italiani che hanno viaggiato all'estero sono rimasti delusi da strane variazioni sulla pizza e dai condimenti più esotici.
Goldretti non ha fornito informazioni precise su quanti italiani abbiano partecipato al suo sondaggio.
Scopo della mostra
Secondo i media italiani, la mostra mira ad attirare l'attenzione sulla commercializzazione e sullo strano adattamento della pizza italiana all'estero.
Dall'indagine di Coldredetti emerge che una minoranza di italiani vede positivamente queste variazioni internazionali. Nonostante le critiche rivolte alle interpretazioni non convenzionali della pizza all’estero, ciò suggerisce che un piccolo segmento della popolazione italiana accoglie favorevolmente queste variazioni.
La “Pizzeria degli Orrori” di Coldretti è un evento che mette in mostra la diversità e le differenze culturali nella preparazione della pizza. Come scrive il sito di informazione online “Il Difforme”, si sottolinea anche l'importanza di preservare la tradizionale cultura della pizza italiana.
L'arte del pizzaiolo napoletano è stata inserita nella lista dei Patrimoni Culturali Immateriali dell'UNESCO il 7 dicembre 2017.
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