morto fare Pertosse Bambino di 25 giorni. Il piccolo Rocco Bonora Menegello è nato il 3 ottobre a Montebelluna (Treviso) ed è morto meno di un mese dopo nel reparto di terapia intensiva pediatrica degli ospedali di Vicenza e Padova. I soccorsi sono stati vani domenica 27 ottobre e i genitori hanno trascorso una serata di disperazione. Nei mesi scorsi si era verificato un caso simile ad Ancona, in cui era morta una donna.
Casi in Italia
Da gennaio a maggio si sono registrati 110 casi di pertosse in Italia, con più di 15 bambini ricoverati in terapia intensiva. Morirono tre neonati. Secondo Sky Tg24, i dati arrivano dalla Società italiana di pediatria: “Abbiamo notato un aumento dell’800% dei ricoveri per pertosse rispetto al 2022 e al 2023, che colpisce soprattutto i neonati non vaccinati e i bambini sotto i quattro mesi”.
Pertosse, che cos’è?
La pertosse è un’infezione batterica altamente contagiosa causata dal batterio, come spiega l’Istituto Superiore di Sanità. Bordetella pertosse si verifica. È una delle malattie infantili come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite e colpisce principalmente i bambini sotto i 5 anni di età. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni. La pertosse è altamente contagiosa, soprattutto nelle fasi iniziali.
Ragioni
La trasmissione della pertosse avviene solo tra gli esseri umani, poiché gli esseri umani sono l’unico serbatoio conosciuto dei batteri. L’immunità è incompleta dopo la prima infezione e diminuisce nel tempo. Possono esserne colpiti anche i neonati di madri immunocompromesse. Gli anticorpi materni non sono sufficienti per proteggere da questa infezione. L’infezione avviene tramite goccioline, forse attraverso goccioline di saliva che entrano nell’aria quando una persona infetta tossisce.
sintomi
I sintomi possono essere subdoli, ma possono essere molto gravi, soprattutto nei neonati. La pertosse è caratterizzata da una tosse persistente (più di tre settimane). L’esordio è una lieve tosse, accompagnata da una lieve febbre e da abbondanti secrezioni nasali: è la fase catarrale che dura da 1 a 2 settimane. Nella fase convulsiva o parossistica, che dura più di 2 mesi senza trattamento, la tosse diventa parossistica ed è accompagnata da difficoltà respiratorie. Dopo i parossismi possono verificarsi dispnea, cianosi e vomito. Nei bambini piccoli, le complicanze più gravi sono le infezioni batteriche secondarie, che possono portare a infezioni dell’orecchio medio, polmonite, bronchite o addirittura neuropatia.
trattamento
La terapia antibiotica è usata per trattare la pertosse. Se somministrato prima della fase parossistica, l’antibiotico accorcia il tempo dell’infezione e la durata della malattia, ma non sempre i sintomi si attenuano. Per alleviare i sintomi vengono prescritti antidoti, sedativi e antispastici.
Antibiotici
Il vaccino si basa su germi interi inattivati dal calore. Viene spesso combinato con il vaccino contro la difterite e il tetano (DTP). In Italia la vaccinazione è obbligatoria. Viene somministrato ai bambini a partire dalle otto settimane di età e richiede più richiami.
diffondersi
La pertosse è comune in tutto il mondo, ma è diventata molto più rara nei paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione infantile. Oggi, il 90% dei casi di pertosse si verifica in popolazioni non vaccinate e, in questi casi, la pertosse provoca un’elevata mortalità nei bambini. In Italia la pertosse deve essere denunciata alle autorità sanitarie.
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