Stelle del calcio straniero come Romelu Lukaku non potranno beneficiare in futuro di agevolazioni fiscali così forti. ©ANSA/Fabio Frostacci
Da gennaio in poi in Italia non sarà più valido il cosiddetto “decreto Crescita”. Ciò avrà un impatto enorme sullo sport. La Lega Calcio Italiana ne teme l'appello. Ma ci sono anche i sostenitori.
29 dicembre 2023
Da: Comitato antiterrorismo
Il calcio italiano trema per la cancellazione del “decreto crescita” che entrerà in vigore a gennaio 2024. Dopodiché ci saranno meno o nessun beneficio fiscale per gli atleti stranieri. In precedenza, le società sportive potevano risparmiare fino al 45% sui contributi sociali e fiscali (in futuro il 25%) se un atleta professionista straniero (o un italiano di ritorno dall'estero) firmava un nuovo contratto in Italia. Ciò vale sia per i nuovi inserimenti che per gli ampliamenti contrattuali.
Ma ora tutto questo è passato e, in particolare, le società di calcio italiane sono aspramente critiche. Il ds dell'Inter Beppe Marotta denuncia i tempi dell'abrogazione del decreto: “Soprattutto perché le squadre italiane sono tornate forti a livello internazionale e crescono in nuovi mercati come la Cina, questo non è giusto. Al contrario: indebolirà il calcio italiano. I danni “Sarà irreparabile.'' Uno degli obiettivi del governo di destra di Roma è quello di incoraggiare i giovani atleti italiani. Marotta ritiene che non sarà così: “I nostri giovani traggono vantaggio dai buoni stranieri. Si può Imparare molto da loro negli allenamenti. Questo decreto non avrà alcun effetto sul lancio dei giovani talenti nel calcio”.
Il ds dell'Inter Beppe Marotta teme gli effetti negativi del “decreto crescita”. ©ANSA/Matteo Bazzi
Anche la Federcalcio italiana non è contenta della nuova normativa. L'associazione ha parlato in un comunicato della “debolezza delle squadre sportive italiane” a seguito del decreto del governo. L'allenatore della Juventus Max Allegri vede le cose in modo leggermente diverso. Venerdì, in conferenza stampa, ha sottolineato di non vedere alcun problema nel nuovo decreto: “La Juventus è stata molto interessata a sostenere i giovani italiani negli ultimi anni e questo ora può essere un vantaggio”.
“Italiani e stranieri sono finalmente sullo stesso piano”.
Anche l'Aic, l'associazione italiana calciatori, sostiene l'abrogazione del decreto. “Italiani e stranieri possono finalmente competere allo stesso livello in tutto lo sport. Abbiamo accolto la notizia con grande sollievo”, ha detto il presidente Umberto Calcagno. Per inciso, la Federcalcio italiana ha respinto la richiesta del governo di rinviare la cancellazione (che volevano rinviare) fino a dopo la finestra di mercato invernale).
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