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Libertà dei media in Italia: i giornali scrivono di marinai di mare

Libertà dei media in Italia: i giornali scrivono di marinai di mare

R.Il documento della Procura della Repubblica Tropani in Sicilia è lungo trentamila pagine. Per più di tre anni e mezzo, gli investigatori hanno raccolto i loro materiali da quando le accuse sono state presentate contro 21 persone all’inizio di marzo. Sono membri di una squadra di navi di soccorso private e impiegati senior di ONG colpite: l’Associazione berlinese di “Jugend Reddit”, nonché “Medici senza frontiere” e “Save the Children”. Questa accusa aiuta ad entrare illegalmente in una vera cooperazione con i rapitori libici. Il reato è punibile fino a venti anni di reclusione.

Matthias Rup

Corrispondente politico per Roma, Italia, Vaticano, Albania e Malta.

Le agenzie umanitarie si considerano vittime di una campagna politica e legale che ritengono colpevoli di mettere in pericolo la vita dei rifugiati in barca nel Mediterraneo. Non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei, molti cittadini sospettano di essere privati Redentore marino Come i “taxi nel Mediterraneo” stanno portando in Europa migranti economici invece di rifugiati di guerra che hanno diritto all’asilo.

Il “conflitto migratorio” sta dividendo la società, non solo in Europa, ma anche a causa della crisi dei rifugiati del 2015/16. Un altro aspetto di questa polemica ideologicamente gravosa sul processo nella città portuale siciliana nordoccidentale è ora venuto alla luce: i media italiani parlano già del “sistema Tropani”. Ciò è particolarmente vero per le intercettazioni e il monitoraggio dei giornalisti che si sono occupati della questione della migrazione.

Appena prima Pasqua Giornalista investigativo per il quotidiano “Domani”, i fascicoli delle indagini di Tropani contenevano centinaia di pagine con trascrizioni di telefonate dattiloscritte effettuate da almeno sette giornalisti nel 2016 e nel 2017 – compresi i nomi, i numeri di telefono e gli indirizzi e-mail degli intercettori. Agli investigatori sono state particolarmente interessate le telefonate della giornalista freelance Nancy Porcia al quotidiano italiano “La Repubblica” e al canale privato di notizie Sky Digi24, ad Al Jazeera e al Guardian all’estero. Il procuratore capo Marricio Agnello, ora incaricato del caso trapanese, ha assicurato di non aver letto il protocollo di intercettazione stampa elaborato sotto la guida dei suoi due predecessori e che non verranno utilizzati nel procedimento. Promozione. Agnello non ha voluto vedere il declino della “sua” pratica in relazione alla pratica discutibile e potenzialmente illegale delle intercettazioni.

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