I responsabili delle decisioni nelle grandi aziende sono pessimisti riguardo al futuro. Secondo uno studio, data la pandemia di Corona e la guerra in Ucraina, la maggioranza si aspetta scenari più negativi. In particolare, i gestori considerano una possibile crisi finanziaria.
Il 2020 è stato un anno di crisi, così come lo sono stati il 2021 e il 2022. I prossimi due anni non dovrebbero andare meglio. Almeno questa è l’aspettativa del 93 percento dei quasi 150 senior manager, di cui 100 tedeschi, intervistati dalla società di consulenza manageriale Horvath alla fine del secondo trimestre del 2022. I decisori provengono da aziende con vendite non inferiori il dato annuo è di circa 200 milioni di euro e dà un quadro dell’umore dell’economia del campione.
Le grandi aziende temono i rischi climatici
In accordo con ciò, i dirigenti ipotizzano altri sviluppi negativi per il futuro, come la crisi finanziaria (45%). Ma la valutazione dello scenario di crisi più probabile varia a seconda delle dimensioni dell’impresa. Ad esempio, il 61% dei dirigenti di aziende con un fatturato annuo pari o superiore a cinque miliardi di euro e con almeno 5.000 dipendenti si aspetta impatti significativi dal cambiamento climatico, come condizioni meteorologiche avverse o carenze alimentari. Tuttavia, in tutte le aziende, solo il 43% teme l’impatto delle perturbazioni climatiche.
Il terzo scenario più probabile per il senior management è un’emergenza causata da attacchi informatici. Il 37% degli intervistati si aspetta che ciò accada in misura tale da paralizzare le imprese e la vita pubblica. Nel settore, questo scenario è al secondo posto dal 2023 al 2024.
Una nuova pandemia e rischi geopolitici sono all’orizzonte
Ma anche un’altra minaccia di pandemia è fuori discussione. Il 35 percento dei responsabili delle decisioni si aspetta tagli significativi a causa di una nuova infezione da virus oltre a COVID-19, e nelle grandi aziende la cifra raggiunge il 46 percento degli intervistati.
Inoltre, i conflitti geopolitici sono un possibile scenario di crisi per il quale le aziende dovrebbero prepararsi in quinta posizione. Quasi un terzo dei manager ritiene realistiche le tensioni nelle relazioni internazionali e il dato per le società di vendita al dettaglio è la metà. Tuttavia, solo il 23% degli intervistati considera la possibilità di una crisi dovuta al terrorismo.
La recessione economica è inevitabile
In generale, a seguito della guerra aggressiva russa, ci sono segni di stagnazione in questo paese. Tutti i principali istituti di ricerca hanno previsto che lo sviluppo economico della Germania subirà una contrazione nei mesi invernali. Il rapporto annuale degli economisti è giunto alla conclusione che la produzione economica diminuirà dello 0,2% l’anno prossimo. Presto non varrà più la pena investire in Germania, soprattutto nelle industrie ad alta intensità energetica. Anche gli esperti temono la deindustrializzazione.
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