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La società italiana ha vietato la balneazione nel Lago di Garda per un tragico motivo

La società italiana ha vietato la balneazione nel Lago di Garda per un tragico motivo

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Il mese scorso si sono verificati tre decessi nel Garda. Pertanto il Comune inasprisce il divieto di balneazione già in vigore nella zona.

Riva del Garda – Nei laghi balneabili si verificano incidenti gravi e ripetuti con feriti o morti. In futuro le autorità del Lago di Garda intendono adottare misure ancora più severe contro il nuoto nelle zone non sorvegliate della spiaggia.

Indiano di 27 anni muore nel lago di Garda: la società vuole provvedimenti contro i bagnanti

Il Lago di Garda è una delle mete turistiche più apprezzate dai turisti in Italia. Oltre ai panorami mozzafiato e all’acqua limpida, il lago più grande d’Italia fa spesso notizia anche a causa di gravi incidenti. Il divieto di balneazione a Punta Lido di Riva del Garda non è rispettato da tutti gli ospiti. Alcuni giorni fa è morto lì un turista indiano di 27 anni, ha riferito l’agenzia di stampa. Ansa riportato.

Gli incidenti mortali in piscina sono frequenti sul Lago di Garda. Il mese scorso sono morte 3 persone. (codice immagine/montaggio) © Bihlmayerfotografie/Imago

Come si legge, il comune trentino ha messo delle barriere fisiche per impedire il passaggio agevole dei bagnanti. Il comune di Riva del Garda descrive il trasloco come una decisione forte resa necessaria dagli avvenimenti delle ultime settimane. Il tratto di spiaggia ora coperto è molto pericoloso e le assi recentemente posate non hanno avuto il successo sperato.

Divieto di balneazione sul Lago di Garda: a luglio sono morti una mamma e suo figlio

L’indiano di 27 anni morto non è stato l’unico a perdere la vita sul Lago di Garda. Una madre e un figlio sono annegati nel lago più grande d’Italia a luglio. Una donna ucraina di 52 anni e suo figlio di 19 anni sono stati salvati da una profondità di circa 18 metri. “Come amministrazione non possiamo tollerare una situazione del genere”, ha detto il consigliere comunale Luca Grazioli. “Vogliamo intervenire in modo efficace, questa è l’unica soluzione”.

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Secondo un rapporto Istituto Superiore di Sanità In Italia (ISS), circa 400 persone muoiono ogni anno in fiumi, laghi o mare. Spesso è problematico che il defunto non sappia nuotare. Negli ultimi dieci anni, quasi 3.800 persone sono morte in incidenti di nuoto. L’anno scorso morì a Riva del Garda un vacanziere tedesco; (RT)