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La Chiesa in Italia chiede un contributo Irpef

A differenza della Germania, in Italia non ci sono tasse aggiuntive per i membri di chiesa. Invece, tutti i contribuenti, indipendentemente dalla loro religione, contribuiscono con lo 0,8 per cento della loro imposta dovuta per scopi sociali e culturali.

Puoi scegliere tra il governo e molti altri sponsor religiosi, tra cui la Chiesa cattolica, varie chiese protestanti e associazioni ebraiche, indù e buddiste, ma nessuna organizzazione non governativa o agenzia socio-politica.

“Un messaggio importante: fai un atto d’amore”

L’attuale campagna della Chiesa cattolica si concentra sui gesti quotidiani di aiuto. Varie produzioni online, televisive e radiofoniche usciranno il 2 maggio. “Questo è un messaggio importante: fate l’atto di amore”, ha detto l’arcivescovo Giuseppe Baduri, segretario generale della conferenza episcopale italiana. Attraverso il loro contributo all’imposta sul reddito, le persone possono fare qualcosa di buono per gli altri.

Secondo la conferenza episcopale, la nuova campagna costerà circa un milione di euro. La Chiesa cattolica in Italia riceve un miliardo di euro all’anno di contributi, che vanno con il motto “Otto per mille”. In Germania, le entrate fiscali ecclesiastiche per la Chiesa cattolica sono state di 6,73 miliardi di euro nel 2021.

Quasi il 60 percento non ha scelto alcun vettore

Secondo il Ministero delle Finanze italiano, quasi il 60 per cento degli italiani non sceglie nessun vettore. Il restante 40 percento o più del tuo contributo sarà distribuito secondo la chiave definita.

Chi sceglie sceglie soprattutto la Chiesa cattolica (70 per cento). Il secondo è lo stato (24%). I critici lamentano che, contrariamente a quanto suggerisce la Chiesa nei suoi annunci, solo una piccola parte confluisce nei programmi sociali e una larga parte va ai sacerdoti.

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