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Italia-Messico: l’orgoglio calcistico ci ricorda le sfide globali in 150 anni di relazioni diplomatiche

Italia-Messico: l’orgoglio calcistico ci ricorda le sfide globali in 150 anni di relazioni diplomatiche

Da Cuauhtemoc Blanco a Miguel Layun, passando per Giancarlo “Picchio” De Sisti e Fernando “El Sherif” Quirarte. Sono alcune delle glorie del calcio celebrate nelle tante edizioni dei Mondiali, protagonisti di tre storiche partite tra Italia e Messico, incontrate in patria e all’estero per iniziativa dell’Ambasciata del Messico a Roma. Un incontro che ha permesso di raccontare vicende e ricordi dei principali protagonisti degli “Azzurri” e degli “Azteca”: il 4-1 che l’Italia regalò al Messico nel 1970, l’1-1 a Washington nel 1994 e il pareggio con la Nazionale stesso risultato che finì di suonare in Giappone nel 2002. Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio italiana (Fgic), ha ricordato dalla Germania, la sera del 31 maggio 1970, “Messico-URSS, in cui venne utilizzato per la prima volta il cartellino giallo. Il tocco di “colore” segna anche l’inizio di un modo di vedere il calcio non in bianco e nero, ma, per chi ha la fortuna di vederlo, a colori.

“Ero spettatore in una Nazionale”, ricorda Di Cisti, “un Mondiale partecipato dall’inizio alla fine, grazie a mister Ferruccio Valcaregi”, ed eravamo alle prime qualificazioni. “Giocato male” e “non degno di applausi”. Poi è arrivata la partita del secolo, Italia-Germania 4:3, “il momento magico della mia carriera”, siamo andati subito in vantaggio e abbiamo deciso di giocarla per come si giocava in quel momento. Non abbiamo però tenuto conto di Schnellinger, che ha pareggiato al 92′. Da quel momento in poi iniziò un altro gioco che non aveva nulla a che fare con la tattica. Nel tentativo di vincere abbiamo sbagliato il gioco, abbiamo aspettato 35 metri e siamo ripartiti. Una partita che è stata un momento in paradiso e il successivo all’inferno. Un attimo prima eravamo in finale, un attimo dopo eravamo sull’aereo per portarti a casa”. Il terzo portiere degli Azzurri, con la maglia 17, era Lido Vieri. Valcaregi gli spiegò che non avrebbe mai giocato a causa della concorrenza di Enrico Albertossi e Dino Jaffe e “tenere sotto controllo le ragazze”. Gli è stato affidato l’incarico.

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Vieri non ha mai dimenticato Graciela, che “è andata a prenderlo in albergo con una Mustang rossa” nonostante non avesse la patente. Vieri, “bellissimo”, ricorda De Sisti, si “allenava” con Mario Bertini in piscina e si sfidava a colpi di pugni agli addominali. Tra gli ospiti c’era Fernando Guirardé, autore di due gol ai Mondiali del 1986 in Messico, uno contro il Belgio realizzato dal portiere Jean-Marie Pfaff e uno contro l’Iraq. “Due gol molto importanti, perché mio padre è morto quattro mesi fa e aveva una gran voglia di vedermi giocare. Potete immaginare come mi sono sentito. Il 2002 fu uno dei Mondiali per Guadhémoc Blanco, uno dei nomi più importanti della storia del Calcio messicano. Prima della partita contro gli Azzurri, uscendo dallo spogliatoio, un compagno di squadra ha sottolineato quanto sono bravi i giocatori della Nazionale italiana, da Alessandro Nesta a Paolo Totti. “Sì, hanno due occhi, come noi sono due gambe e due braccia, li batteremo”, ricorda Blanco, autore del passaggio che permise a Borghetti di segnare l’1-0.

Ha ricordato dopo il sorteggio: “Ci hanno detto di rallentare perché eravamo entrambi qualificati. Ma non voglio saperlo perché è molto importante battere l’Italia. Un intervento è arrivato anche da Alberto Siracusano, coordinatore del Tavolo Tecnico Psichiatrico, che si è soffermato su quanto lo sport possa contribuire al benessere generale degli adolescenti, non solo fisico, ma anche cognitivo. L’Ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba, ha ricordato che “il calcio di Sua Maestà” non poteva mancare tra le numerose iniziative organizzate per celebrare il 150° anniversario delle relazioni diplomatiche. I legami iniziarono nel 1874, 15 anni prima che il calcio arrivasse in Italia e 28 anni prima che arrivasse in Messico. Non può mancare il calcio. Cosa unisce due persone più dello sport? Cosa c’è di più universale del linguaggio del calcio? “Potremmo avere più o meno tempo per tutto, ma sappiamo sempre dove vedremo la prossima finale del Mondiale”, ha detto De Alba, ricordando che il Messico nel 2026 sarà il primo Paese della storia ad ospitare tre edizioni. Ex Coppa Rimet, questa volta con Canada e USA.

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