A partire da: 6 maggio 2021 13:19.
La riserva naturale del ginkgo siciliano è un punto di riferimento oltre l’isola. Quando è stato istituito 40 anni fa, i piani di costruzione della mafia sono stati sventati. Ma lei non si arrende – sollecita di nuovo.
Di George Seeselberg,
ROM ARD-Studio
Mariangela Calande era il suo spessore quando sono arrivate le fiamme. “Abbiamo dovuto lasciare la nostra casa in fretta per metterci in salvo”, dice. Suo marito è salito sulla barca e ha camminato con gli altri. “Ci siamo sempre voltati per paura che il fuoco potesse raggiungerci.”
George Seiselberg
ROM ARD-Studio
Barco Dello è uno dei pochi insegnanti che vive direttamente a Jingaro. Nella riserva naturale, esattamente 40 anni fa un movimento civile è stato strappato alla mafia ed è un simbolo in Sicilia nella lotta alla criminalità organizzata.
Il grande incendio scoppiato lo scorso autunno, Calande e il marito Pavlo Arena, teme che la mafia rialzi la testa. “Se si tratta di casi isolati isolati, potrebbe essere l’atto di un pazzo”, ha detto Arena. Tuttavia, questo incendio, con il vento giusto, nel giorno giusto, è stato progettato precisamente per causare il maggior numero di danni possibile. “La mafia è l’unica organizzazione capace di tale attività criminale prodotta qui”, dice Arena. A loro interessa mostrare: “Siamo fermi”.
Mariangela combatte per il Calend Park e chiede protesta.
Immagine: George Seiselberg / ART-Studio Rome
Le guardie non credevano all’opportunità
L’ispettore Giuseppe Keloso del Servizio forestale regionale afferma che il grande incendio nelle prime riserve naturali della Sicilia non è stato un incidente. Zelos e la sua gente sono responsabili della protezione di Barco Dello Gingero dall’incendio.
Indubbiamente le circostanze dell’ultimo incendio, dice Keloso: “C’era davvero una strategia criminale”. L’incendio è scoppiato in più punti contemporaneamente. “C’è un interesse, c’è uno scopo dietro di esso.”
Un indice di successo
Il Barco Dello Jingaro non è un parco come gli altri parchi. A circa un’ora di macchina da Palermo, la scogliera, ricca di palme nane, olivi selvatici e mandorli, è stata dichiarata riserva naturale nel maggio 1981. Notevole il successo a livello nazionale del movimento antimafia e tutela ambientale che aveva avuto inizio in quel periodo.
Le autorità hanno in programma di tracciare una superstrada attraverso questo paesaggio e costruire località turistiche sull’acqua blu smeraldo su spiagge di ciottoli. Giovanni Losifero sta all’ingresso del Gingaro e scuote la testa: “Se avessi finito questa strada, avresti cementato la spiaggia”. L’attuale riserva naturale protegge l’ecosistema.
Un ecosistema intatto invece di una calamita turistica racchiusa nel cemento: la riserva naturale del Ginkgo
Immagine: George Seiselberg (ARD Roma)
Progetti di costruzione – anche il dominio della mafia
Cosa Nostra, che ha i suoi interessi nel settore delle costruzioni, ha diretto il progetto superstrada, che in seguito ha mostrato indagini giudiziarie. Poi, giovani siciliani come Losifero, che ora ha 66 anni, hanno organizzato una marcia di protesta e hanno fermato la costruzione della superstrada. Poi si stabilì un’esistenza naturale che fu una dolorosa sconfitta per la mafia.
Lo sfondo degli attuali attacchi di fuoco? Park Arena ritiene che lo scopo principale del parco sia quello di far sorgere il sospetto che una riserva pubblica in Sicilia possa funzionare: “Questa sfiducia nei confronti della pubblica amministrazione aprirà la porta a interessi privati.
Teme il ritorno della mafia: il lettore del parco Pavlo Arena
Immagine: George Seiselberg / ART-Studio Rome
I gruppi ambientalisti uniscono le forze
Pochi giorni fa, giusto in tempo per i 40 anni di Barco Dello Gingaro, ha riaperto dopo un grande incendio. Il potere della natura mediterranea è spesso oscurato da segni infuocati. Calande e Arena hanno fondato l’iniziativa “Save the Forest”. Questo fine settimana, loro due, insieme a circa 100 gruppi ambientalisti, stanno organizzando campagne in tutta la Sicilia per attirare l’attenzione sui pericoli rappresentati dalla mafia del fuoco sull’isola e per esortare i politici a essere più coinvolti.
Anche Barco Dello Gingero, annunciato dall’ispettore Geloso della Guardia forestale, in futuro sarà monitorato con i droni. Per rendere più difficili gli incendi criminali e per proteggere meglio il Parco simbolo della Sicilia.
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