Ancora una volta, grazie a James Webb, gli astronomi hanno fatto una scoperta che potrebbe scuotere la nostra attuale comprensione dell’origine dell’universo. Un telescopio spaziale ha rivelato una galassia che in realtà non dovrebbe esistere.
Galassia antica: più stelle di quelle “probabili”
Nello specifico si tratta di una galassia chiamata ZF-UDS-7329, che si dice si sia formata circa 800 milioni di anni dopo il Big Bang. Il problema: il numero di stelle nell'antica galassia è maggiore del numero di stelle nella nostra Via Lattea, secondo quanto riportato dalla rivista specializzata Nature. Studio pubblicato Offerte.
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“La presenza di galassie così massicce così presto nell’universo pone grandi sfide al nostro modello standard di cosmologia”, spiega l’astronoma e coautrice dello studio Claudia Lagos del Centro internazionale per la ricerca sulla radioastronomia.
Che ruolo gioca la materia oscura?
Finora gli scienziati presumevano che la cosiddetta materia oscura avesse avuto un ruolo importante nella formazione dell’universo primordiale. Questi elementi si riuniscono per formare i cosiddetti aloni, dove il gas si accumula e si condensa in stelle Scrive il futuro.
Secondo i modelli precedenti, poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang, la materia oscura non era ancora in grado di produrre stelle in un numero così elevato.
Scopri galassie più antiche e strane
Inoltre, ZF-UDS-7329 non è la prima galassia scoperta da James Webb e non dovrebbe esistere. Nel febbraio 2023, i ricercatori hanno individuato sei galassie contenenti un numero insolitamente elevato di soli massicci formatisi tra 500 e 700 milioni di anni dopo il Big Bang.
È necessario riscrivere il Modello Standard della cosmologia? Gli esperti non sono ancora sicuri se le galassie osservate siano molto antiche e massicce oppure no. Ad esempio, la massa viene stimata in base alla luminosità.
James Webb continua la ricerca
Nei prossimi mesi, ulteriori studi su possibili galassie antiche mostreranno quanto sia traballante la nostra idea sulle origini dell'universo. Con la costante di Hubble c'è almeno un altro mistero che mette in discussione i modelli standard conosciuti.
L'astronomo Themia Nanayakkara della Swinburne University of Technology, anch'egli coinvolto nello studio sopra menzionato, ha una visione matematica dell'intera questione. “Ora stiamo andando oltre ciò che è possibile per confermare i più antichi mostri massicci dormienti nelle profondità dell'universo”, ha detto Nanayakkara.
Ciò amplierebbe almeno i confini dell’attuale comprensione di come le galassie si formano ed evolvono. Vediamo quali cose che a prima vista sembrano impossibili verranno evidenziate da James Webb.
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