Secondo un imminente progetto di decisione legale, la “Corte suprema” vuole porre fine al diritto all’aborto di 49 anni sancito dalla legge federale. La legge è nota dopo il caso storico “Roe v. Wade, che ha legalizzato l’aborto a livello nazionale nel 1973. Ora quel diritto sta per cadere! (riporta BILD).
Per quanto esplosiva fosse la dichiarazione proiettata, la “fuga” stessa è sbalorditiva, un tocco di “Watergate” che colpisce Washington, DC a causa delle rivelazioni. Mai prima d’ora nella storia della Corte Suprema erano trapelate ai media bozze di pareri legali, per non parlare di quelli relativi alla decisione più famosa e politicamente esplosiva degli ultimi decenni.
In effetti, la sentenza del giudice – in cui almeno cinque dei nove membri dell’organismo legale si sono schierati con i sostenitori dell’antiaborto – non avrebbe dovuto essere pubblicata fino a giugno nella versione definitiva. Una vera bomba mediatica è esplosa lunedì notte.
︎ Politico ha pubblicato una bozza di 98 pagine scritta dal giudice conservatore Samuel Alito (72). Insomma, è stato un salto legale indietro di mezzo secolo: «È ora di occuparsi della costituzione e di lasciare la questione dell’aborto agli eletti del popolo», scrive Alito.
︎ Tra le “ultime notizie”, la reazione dei gruppi di donne in particolare è stata orribile, seguita da reazioni rabbiose. Secondo il quotidiano, gli stati possono decidere di nuovo in futuro – e in 13 dei 50 stati degli Stati Uniti, gli aborti diventeranno immediatamente illegali e in altri 10 casi si prevede che in futuro saranno vietati o severe restrizioni.
I giornalisti veterani di Politico Josh Gerstein e Alexander Ward hanno tentato di stabilire la credibilità del giornale. Dopotutto, come hanno scritto: “Nessuna bozza di decisione è stata resa pubblica nella storia recente della corte – questa divulgazione senza precedenti intensificherà il dibattito su un caso che è già la questione più controversa del periodo attuale”.
Alla ricerca di potenziali informatori
Questo sembrava decisamente un eufemismo…
Quando i manifestanti con i cartelli hanno marciato verso l’edificio della Corte Suprema di fronte al Campidoglio, è iniziata la ricerca di potenziali informatori e ci sono stati i primi tentativi di limitare i danni da parte degli stessi giudici.
︎ Il Presidente della Corte Suprema John Roberts, 67 anni, ha confermato dopo quasi 12 ore di shock che il documento trapelato è vero. Ma voleva anche chiarire che la decisione finale sul futuro del diritto all’aborto in America doveva ancora essere presa. Tuttavia, gli esperti legali ne dubitano.
Roberts ha anche parlato di “tradimento” e ha annunciato un’indagine approfondita su come il giornale sia finito nelle mani dei giornalisti. “Questa è stata una violazione della fiducia unica e flagrante, anche nei confronti della corte e delle persone che lavorano qui”, ha affermato il giudice più potente d’America.
Il “maresciallo” della Corte Suprema è stato incaricato dell’indagine: diversi funzionari del tribunale (“impiegati”) hanno avuto accesso a tali bozze, che i membri della Corte suprema si sono scambiati tra loro fino a quando non è stata raggiunta la versione definitiva. Roberts ha affermato che lo scandalo non influirà in alcun modo sul lavoro della corte da parte del “personale estremamente leale”.
Danni alla Corte Suprema degli Stati Uniti
Ma il danno arrecato alla più importante istituzione legale degli Stati Uniti non è ancora da sottovalutare.
La “fuga di notizie” sarebbe stata una sorta di atto disperato, si crede, per poter impedire la sentenza – o almeno attenuarla – attraverso la protesta pubblica. La decisione diventa definitiva solo una volta pubblicata ufficialmente dalla Corte di giustizia.
La Corte Suprema deve infatti decidere sull’ammissibilità della legge anti-aborto del Mississippi. Ma secondo la bozza, “Roe v. Wade” verrà licenziato per aver schiacciato il diritto all’aborto. Con la sentenza, se rimane definitiva, l’aborto sarà d’ora in poi illegale in metà degli Stati Uniti.
terremoto politico
Il dramma legale ha scatenato anche una scossa politica: il presidente Usa Joe Biden (79 anni) ha condannato la mossa minacciosa come una “decisione radicale”: è profondamente preoccupato per il fatto che “dopo 50 anni abbiamo deciso che le donne non hanno più il diritto di scelta”.
I democratici stanno spingendo per iniziative legislative al Congresso per sancire i diritti di aborto nella legge federale. La legge sulla protezione della salute delle donne è già stata approvata alla Camera dei rappresentanti, ma al partito di Biden mancano ancora i voti necessari al Senato.
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