DDato il comportamento sfavorevole del voto si è lamentato di un “tentativo Busch” tedesco in Italia. Tuttavia, le elezioni parlamentari italiane del 25 settembre rischiano di passare alla storia, in cui la nazione, con un indice sinistro, ha confermato più che mai tutti i pregiudizi nei suoi confronti.
Per ora, una lettera del 4 ottobre di tre eurodeputati a Manfred Weber (Csu), capo del gruppo parlamentare di Strasburgo e leader del Partito popolare europeo (PPE), è l’ultimo capitolo di questa infausta storia delle relazioni. La lettera è stata firmata dai vicepresidenti parlamentari Katharina Barley (SPD), Daniel Freund (Verdi) e Moritz Koerner (FDP). Tre rappresentanti della coalizione di governo di Berlino nel parlamento dell’UE chiedono a Weber di usare la sua influenza su Forza Italia, membro italiano del PPE. Georgia Meloney, leader e candidato di punta del partito conservatore di destra Fratelli d’Italia, non è stato eletto nuovo primo ministro. Perché Meloni “rappresenta posizioni populiste di destra incompatibili con i valori fondamentali europei, che invocano apertamente la discriminazione nei confronti delle persone e negano i crimini più efferati della storia europea”.
“Non cadere il firewall”
A parte l’assurdità della frase “posizioni” che “invocano” una cosa e “negano” un’altra, l’idea che Meloni sia un negazionista dell’Olocausto è infondata. Comunque, secondo la lettera il tessitore Inoltre, “Non è troppo tardi per fermare Giorgia Meloni, l’estremista di estrema destra leader del governo in Italia”. Se la Democrazia Cristiana Forza Italia, fondata dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel 1994, è guidata ancora oggi, «ma accetta di formare un governo ed eleggere presidente del Consiglio Giorgia Meloni», il partito «non ha futuro nel partito europeista famiglia del PPE”. Perché: “Il firewall democratico di destra non deve cadere. Non dobbiamo permettere che l’Italia diventi un precedente per l’Europa ei partiti estremisti di destra per stringere alleanze con le forze conservatrici nella loro ricerca del potere.
L’apparente ingerenza negli affari interni e il processo decisionale democratico di uno stato amico ha suscitato rabbia tra le linee di partito e le ideologie in Italia. Il 25 settembre la Sovranità Democratica ha sconfitto in Italia la coalizione elettorale dei fratelli Melonis, la Lega Nazionale di destra. Matteo Salvini E Forza Italia di Berlusconi si è assicurata una netta maggioranza e un mandato per prendere il potere. Spetta ora al presidente Sergio Mattarella nominare una persona per formare un governo dopo la sessione costituzionale del parlamento del 13 ottobre, la cui lista di gabinetto può contare su una maggioranza in entrambe le camere del parlamento. Ma prima che ciò accada, tre eurodeputati della coalizione di Berlino vogliono svelare l’alleanza di partito che, a quanto pare, hanno confermato più di dodici milioni di elettori italiani.
I parlamentari di Strasburgo hanno sbagliato a dire che una coalizione di destra comprendente i fratelli italiani avrebbe stabilito un “paradigma per l’Europa” e abbattuto il “firewall democratico della destra”. Berlusconi e la sua Forza Italia hanno formato un’alleanza nel 1994, 2001 e 2008 con l'”Allianza Nazionale” postfascista di Gianfranco Fini, da cui sono emersi i Fratelli Italiani nel 2012. L’elettorato italiano non si è mai preoccupato di un “firewall a destra”. La democrazia italiana non ha risentito di questo comportamento elettorale: i governi di destra sono stati insediati dagli elettori e rimandati a casa alla prima occasione.
Anche la “doppia ascensione” non fu ben accolta a Roma
Prima dell’istruzione del firewall da Berlino – via Strasburgo – il “doppio boom” tedesco non era ben accolto in Italia. Il premier uscente apartitico è stato criticato con rara unanimità Mario Draghi, il suo successore conservatore di destra designato, Giorgia Meloni, e il commissario all’Economia socialdemocratico dell’UE Paolo Gentiloni hanno offerto un pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro da Berlino per ridurre i costi energetici esplosivi per i consumatori e le aziende tedesche. Draghi ha avvertito di una “pericolosa e inaccettabile distorsione del mercato interno” attraverso i sussidi de facto di Berlino alle società tedesche a scapito dei concorrenti italiani e ha chiesto “una risposta europea” alla crisi energetica. Quasi in maniera identica, Meloni ha detto: “bisogna trovare una risposta immediata a livello europeo” alla crisi energetica, perché anche i Paesi finanziariamente più stabili “non riescono a trovare da soli una soluzione”.
Il commissario Ue Gentiloni ha avvertito della “concorrenza dei sussidi” tra gli Stati membri dell’Ue, che mette in discussione i “principi di coesione e solidarietà”. Guido Grosseto, amico politico di lunga data e uno dei più stretti confidenti di Giorgia Meloni, ha descritto le azioni di Berlino come “un atto di incomprensibile egoismo”. Ha detto: “Mai prima, almeno negli ultimi cinque anni, un governo così spregevole alla sovranità ha agito in modo così crudo e caotico come sta facendo Berlino ora”.
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