Dall’inizio della pandemia di COVID-19 alcuni studi Sta studiando se i dispositivi indossabili sono in grado di riconoscere gli effetti a lungo termine dopo aver contratto una malattia dal virus.
I dispositivi indossabili possono rilevare gli effetti a lungo termine del COVID-19
Ce n’è uno nuovo sulla rete JAMA Messaggio, che riporta la scoperta degli effetti a lungo termine del COVID-19 con dispositivi indossabili. Ad esempio Lo riporta il New York Times TimesI nuovi dati provengono dallo studio Digital Engagement and Tracking for Early Control and Treatment (DETECT), condotto da scienziati dello Scripps Research Translational Institute in California.
Über einen Zeitraum von 10 Monaten (25.03.20 bis 24.01.21) wurden von 37.146 Erwachsene aus den USA uber die Forschungs-App MyDataHelps Daten von Wearables gesammelt, um individuelle Veränderungen im Zusamnerliech eVirungsch from COVID-19 abilità.
Già nell’ottobre 2020, i ricercatori hanno riferito che la combinazione dei dati dei dispositivi indossabili con ulteriori sintomi auto-riferiti porta a un rilevamento più accurato dei casi di COVID-19 piuttosto che alla semplice osservazione dei sintomi stessi.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato gli effetti a lungo termine della malattia corona e prima hanno valutato i dati degli utenti Fitbit. Dimostra che i dispositivi indossabili Fitbit sono in grado di riconoscere i cambiamenti sostenibili. “C’è stato un cambiamento molto maggiore nella frequenza cardiaca a riposo nelle persone con Covid che in altre infezioni virali”, ha affermato Jennifer Radin, epidemiologo di Scripps. “Abbiamo anche un cambiamento più drastico nel passo e nel sonno”.
Un’altra caratteristica:
DrGli scienziati hanno anche scoperto che circa nove giorni dopo che i partecipanti con Covid hanno sviluppato i primi sintomi, la loro frequenza cardiaca è diminuita. Dopo questo calo, che non è stato riscontrato in altre malattie, il suo battito cardiaco è aumentato di nuovo ed è rimasto elevato per diversi mesi. Ci sono voluti in media 79 giorni perché la frequenza cardiaca a riposo tornasse alla normalità, rispetto ai soli quattro giorni del gruppo non Covid.
Anche il sonno e l’attività fisica sono tornati ai valori di base più lentamente nei pazienti Covid-19 rispetto a quelli con altri disturbi, ha affermato il dott. Radin e i suoi colleghi all’estero.
I ricercatori hanno identificato un piccolo sottogruppo di persone con Covid la cui frequenza cardiaca è rimasta più di cinque battiti al minuto al di sopra del normale da uno a due mesi dopo l’infezione. Quasi il 14% dei malati rientra in questa categoria e la frequenza cardiaca non è tornata alla normalità per più di 133 giorni in media.
Dott. Radin ha anche confermato che sono previste ulteriori ricerche su questo argomento in futuro:
Vogliamo catturare meglio i sintomi a lungo termine in modo da poter confrontare i cambiamenti fisiologici che vediamo con i sintomi che i partecipanti stanno già vivendo”.
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