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Gli scienziati vogliono perforare il supervulcano: gli esperti temono un grave disastro in Italia

Gli scienziati vogliono perforare il supervulcano: gli esperti temono un grave disastro in Italia

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I vulcanologi vogliono utilizzare la perforazione per alleviare la pressione sulla caldera di un supervulcano in Italia. Un esperto italiano lo ritiene troppo pericoloso.

Pozzuoli – Il supervulcano dei Campi Flegrei provoca disordini da un anno e mezzo nella regione a ovest della megalopoli di Napoli, nel sud Italia. Particolarmente colpita è la città portuale di Pozzuoli, ma lo sono anche i quartieri occidentali di Napoli. Terremoti di magnitudo 4,4 della scala Richter hanno terrorizzato circa mezzo milione di persone nella zona rossa del vulcano. Centinaia di case sono state evacuate.

Nuvole di vapore del vulcano Solpatara. © Lisa Mazzella Di Bosco/Facebook

Supervulcano ribollente in Italia: il sollevamento della Terra vicino a Napoli è motivo di preoccupazione

I terremoti accompagnano l’innalzamento del livello del suolo a Pozzuoli e dintorni. I terremoti sono spesso annunciati con un misterioso rombo, causato da una profonda attività vulcanica. In gergo tecnico questo fenomeno è conosciuto come “prodigio”. Dopo fasi di sviluppo l’area sprofonda nuovamente: la terra sembra respirare.

Testimonianza di vulcanismo sotterraneo sono anche le sorgenti termali del famoso cratere della Solfatara vicino a Pozzuoli e la vicina zona di Pisciarelli. Questo è anche il luogo in cui la terra si solleva di più. E oltre ai terremoti, ora si teme una grande esplosione ai Campi di Flagreon, un’enorme esplosione di vapore che potrebbe verificarsi nel mezzo di un’area popolata. Alcuni scienziati temono addirittura una potente eruzione pliniana con grandi volumi di cenere e lava.

Veduta dei Campi Flegrei dal Monastero di Camaldoli vicino Napoli.
Vista dei campi di fleuroni dal bordo del cratere di un supervulcano. © Baku/Wikipedia

Articolo nel numero speciale Vulcanologi e geofisici Mineralologo americano suscitando accesi dibattiti in questi giorni. Gli autori, guidati dal professore di geochimica napoletano Benedetto di Vivo, propongono un metodo non convenzionale per mitigare i pericoli posti dalla caldera vulcanica: vogliono perforare il supervulcano per rilasciare la pressione. De Vivo parla in un’intervista Pozzolinews24.it “Dieci pozzi profondi almeno tre chilometri, alcuni dei quali potrebbero essere realizzati in mare”.

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Le cavità nei supervulcani hanno lo scopo di rilasciare la pressione dall’interno della Terra

Secondo gli scienziati, la causa dell’attuale crisi non è il magma, ma l’aumento dei fluidi. Il magma ora si solidifica nella crosta terrestre, espellendo i fluidi che salgono in superficie e provocano terremoti. “Interpretiamo i recenti sciami sismici di Solfatara-Pisciarelli come il riflesso dell’attività di un sistema di faglie che è stato interrotto durante le precedenti crisi di bradisismo”, afferma il documento.

“Inoltre, l’aumento del flusso di massa della fumarola Solfatara-Pisciarelli è una manifestazione di espulsione di liquidi, che rallenta significativamente la velocità di progressione dell’evento di bradyismo in corso.” . Ecco perché il terremoto adesso è debole. L’acqua calda o il gas possono essere utilizzati come energia geotermica. L’obiettivo è “minimizzare il rischio di eruzioni asfissianti riducendo contemporaneamente le sovratensioni e l’attività sismica”.

In Islanda, l’energia geotermica vulcanica viene utilizzata nelle centrali elettriche.
L’energia geotermica vulcanica viene utilizzata nelle centrali elettriche in Nuova Zelanda e Islanda (foto). © IMAGO/imageBROKER/Andreas Werth

Professore associato Robert J. Bodner, geologo del Virginia Polytechnic Institute di Blacksburg (USA), lo spiega in un’intervista. Corriere del Mezzogiorno: “Questa tecnologia può ridurre la quantità di erosione del suolo e quindi i terremoti. In Nuova Zelanda, quando vengono estratti i fluidi, il terreno viene svuotato e sedimentato. Questo è ciò che vogliamo. “Non ci sono rischi ad esso associati. Bodner ha continuato: “Una volta che il pozzo sarà completato, non ci saranno futuri terremoti causati dal pozzo o dalla deformazione della topografia dei Campi Plegreyan”, ha detto.

Un vulcanologo di un ente governativo italiano ritiene i piani di trivellazione troppo rischiosi

Ma Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e ricercatore capo dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ritiene questa proposta troppo rischiosa: “Si tratta di sistemi complessi. Piccoli cambiamenti che apportiamo possono avere conseguenze grandi e imprevedibili.”

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Mastrolorenzo cita un rapporto dell’INGV del 2018 che metteva in guardia sul “rischio delle attività di perforazione, produzione e iniezione di fluidi nei giacimenti di Playacreon”. Anche le nuove tecnologie proposte dagli autori dell’articolo speciale non rappresentano un “rischio zero”: “Si tratterà del primo esperimento al mondo nel vulcano più pericoloso del mondo, in un’area densamente popolata”.

È noto in tutto il mondo che le perforazioni geotermiche provocano terremoti. Nei Campi Flegrei poi “cambiare il sistema idrotermale, che da millenni è in equilibrio importantissimo, è molto complicato. Non conosciamo le condizioni al contorno. Secondo il ricercatore ogni cambiamento porterà ad una “crescita inaspettata” , avverte il ricercatore: “Potrebbero verificarsi terremoti o l’emissione di liquidi con anidride carbonica più densa dell’aria: possono verificarsi tutti i livelli di campi di flagrayon. diventa una zona mortale, “Inoltre, c’è il rischio di terremoti e le trivellazioni possono “scatenare eventi sismici estremi”.

Motivo: “Oltre a innescare terremoti, i terremoti possono innescarsi anche in altre strutture esterne a causa della decompressione causata dal prelievo di liquidi”, spiega l’esperto. Al bordo della caldera potrebbero superare la precedente magnitudo massima di 4,4. Mastrolorenzo: “Quindi parliamo di un terremoto catastrofico”. La sua soluzione proposta: “I soldi per le trivellazioni sarebbero meglio investiti nella protezione antisismica degli edifici”. Mastrolorenzo vede in pericolo l’intera area metropolitana di Napoli, poiché da un momento all’altro è possibile una grande eruzione.