Il ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio ha rifiutato di estradare il prete cattolico in Argentina. Lo ha riferito venerdì sera il quotidiano italiano “La Repubblica”. Il religioso sarà processato in Argentina per crimini contro l'umanità durante la dittatura militare (1976-1983). La Corte di Cassazione italiana ha approvato la sua estradizione lo scorso ottobre. Ora, secondo quanto riferito, Nordeo ha rifiutato l'iniziativa, citando l'età avanzata e la salute del prete di 86 anni.
Il sistema giudiziario argentino accusa l'ex cappellano militare di aver partecipato alla tortura di prigionieri politici nel centro di detenzione segreto di Mendoza noto come “La Departmental”. Si dice che fosse armato e portasse con sé una Bibbia durante i suoi crimini. Il sacerdote è fuggito nella sua nativa Italia nel 2011 quando i pubblici ministeri volevano interrogarlo sulle accuse.
Recensione di “Un gesto d'intesa”.
Richard Ermili, rappresentante della Procura argentina, ha criticato la nuova decisione del Ministro della Giustizia. È stato un gesto di intesa tra un governo di estrema destra in Italia e un nuovo governo argentino che vuole negare quanto accaduto durante la dittatura.
Durante il regime militare in Argentina, circa 30.000 persone sono scomparse, deportate in 500 centri di tortura in tutto il paese. Molti furono uccisi, ad esempio trasportati in aereo sul mare. La polizia e l'esercito hanno preso il comando. Anche molti rappresentanti della chiesa politicamente di sinistra furono presi di mira da sicari nominati dallo stato. (KNA)
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