Stato: 22/02/2023 06:56
Dopo aver rinnovato le sanzioni dell’UE, l’Iran sta ora imponendo misure punitive. Oltre alle aziende, sono interessati anche i politici tedeschi e dell’Unione europea. Sono accusati, tra l’altro, di “sostegno al terrorismo”.
Un giorno dopo che l’Unione Europea ha inasprito le sanzioni contro l’Iran, il paese ha a sua volta imposto sanzioni a più di 30 aziende e individui dell’UE, compresi i politici tedeschi.
Secondo un elenco pubblicato dal ministero degli Esteri iraniano sul suo sito web, le sanzioni riguarderanno i membri del Bundestag Renata Alt (FDP), Rodrich Kiseuther (CDU) e Michael Roth (Partito socialdemocratico).
Secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri iraniano, le persone colpite dalle sanzioni sono accusate di “sostenere il terrorismo, interferire negli affari interni del Paese e incitare alla violenza e ai disordini in Iran”. Nell’elenco delle sanzioni figurano anche numerose compagnie di armi e membri dell’Unione europea e dei parlamenti nazionali. Erano tutti soggetti a divieti patrimoniali e di ingresso.
Risposta alle sanzioni UE
Lunedì, i ministri degli esteri dell’Unione europea hanno inasprito le sanzioni contro Teheran a causa delle continue violenze contro i manifestanti in Iran. Hanno imposto divieti d’ingresso a 32 leader iraniani e due organizzazioni. L’Unione europea ritiene le persone colpite responsabili, tra l’altro, della soppressione della libertà di espressione e della recente serie di esecuzioni in Iran.
Gli attivisti per i diritti umani hanno contato un totale di 55 esecuzioni in Iran dall’inizio dell’anno, quattro delle quali legate a proteste antigovernative da settembre. Le manifestazioni sono scoppiate con la morte della donna curda di 22 anni, Mahsa Amini. È morta dopo essere stata arrestata dalla squadra Adab per presunta violazione del rigido codice di abbigliamento islamico. Centinaia di persone sono state uccise e migliaia arrestate durante le proteste.
Condanna a morte contro iraniani tedeschi
I già tesi rapporti tra Teheran e l’Occidente sono stati messi a dura prova anche da due sentenze emesse martedì in Iran: un tedesco-iraniano, Jamshid Sharmahd, è stato condannato a morte con l’accusa di terrorismo, e un austriaco è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere in un altro processo con l’accusa di spionaggio.
In un commento al quotidiano Bild, il leader dell’Unione democristiana, Frederik Merz, ha chiesto l’espulsione dell’ambasciatore iraniano a Berlino. In precedenza, il ministro degli Esteri Analina Berbock (il partito dei Verdi) aveva annunciato una “chiara reazione”.
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