Le accuse sono brutali: si dice che l’iraniano Akbar Khorramdin, 81 anni, e sua moglie, Iran Mousavi, 74 anni, abbiano ucciso il figlio, il fotografo Babak Khorramdin, 47 anni, e poi li abbiano smembrati. Per questo la coppia è attualmente sotto processo a Teheran (Iran).
Durante il processo è emerso: a quanto pare, anni fa, i pensionati hanno fatto sparire la figlia e il marito in modo altrettanto brutale. Lo riporta il New York Times.
La storia oscura va così: Nel maggio di quest’anno, gli spazzini hanno trovato una borsa con parti del corpo. La polizia è riuscita a conferire i rifiuti a un complesso edilizio a Teheran.
Con l’aiuto dell’impronta digitale, gli investigatori hanno scoperto che il morto era Babak Kharmadin. Viveva con i suoi genitori – un ex soldato e casalinga – in un appartamento.
Con l’aiuto delle telecamere di sorveglianza, la polizia ha scoperto i genitori assassini. I video mostrano la coppia di anziani che tira fuori diverse valigie e borse pesanti dal loro appartamento. Alla fine, i funzionari hanno affrontato Akbar Khorramdin e Iran Mousavi per le accuse, che gli iraniani hanno ammesso apertamente.
Parti del corpo sparse in tutta la città
Ulteriori indagini hanno rivelato l’assurdo: Nel 2011, il cognato della coppia, Faramarz, è scomparso in circostanze non specificate. Sette anni dopo, la moglie e la figlia dell’imputato Arezzo scomparvero improvvisamente.
Le autorità iraniane hanno affermato che la coppia aveva confessato di aver ucciso le tre persone. Hanno fatto sparire i cadaveri. Seguono sempre lo stesso schema: le vittime sono state drogate con sonniferi, ammanettate e soffocate. Quindi Akbar Khorramdin e Iran Mousavi smembrarono i morti e distribuirono parti del corpo in tutta la città.
Incredibile: gli imputati hanno rilasciato un’intervista televisiva dal carcere. In esso, Akbar Khurramdin ha dichiarato: “Non ho coscienza di nessuno degli omicidi”. Ha ucciso solo persone depravate. La moglie è d’accordo: “L’abbiamo deciso insieme”.
Motivo: morale
Il motivo folle dei tre omicidi: gli iraniani non approvavano lo stile di vita delle vittime. Il figlio di Babak era aggressivo, la figlia di Arezzo tossicodipendente.
Mentre gli amici dell’ucciso hanno negato le accuse, i vicini hanno sottolineato chi fossero la gentile coppia Akbar Khorramdin e Iran Mousavi.
I due ora rischiano la pena di morte in Iran. Ma solo perché suo cognato è stato ucciso. La legge iraniana prevede solo una pena massima di dieci anni per l’uccisione dei propri figli.
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