L’Austria mostra come si può fare!
La Repubblica alpina riduce il canone per l’emittente statale ORF dagli attuali 22,50 euro a soli 15 euro. Per i circa 3,2 milioni di contribuenti attualmente in Austria, ciò significa una diminuzione di un terzo!
Lo ha annunciato ieri a Vienna il ministro dell’Informazione austriaco Susanne Raab (38, ÖVP). Un piccolo neo: i canoni precedentemente legati al dispositivo saranno sostituiti da un canone generale per nucleo familiare. Conseguenze: in futuro, 400.000 famiglie dovranno pagare più di prima. Una modifica simile è stata apportata in Germania nel 2013.
Raab vuole anche andare a fondo delle lussuose pensioni e dei vantaggi del direttore che stanno aumentando all’ORF.
Raab ha parlato di “privilegi speciali straordinari e crescenti” nei vecchi contratti dei dipendenti dell’ORF, che ora dovrebbero essere aboliti. In particolare, si tratta di pensioni private, indennità di alloggio e “terribili indennità di licenziamento” (indennità di licenziamento).
Il politico dell’ÖVP sostiene: “Poiché il servizio pubblico di radiodiffusione è finanziato con denaro pubblico, esamineremo e aboliremo questi privilegi speciali”.
E in Germania le tasse obbligatorie sono destinate ad aumentare ancora di più…
Il dibattito sull’abbassamento dei costi di trasmissione sta guadagnando slancio in Germania? Programmato!
Invece, l’Associazione tedesca dei giornalisti (DJV) si batte per un ulteriore aumento della quota obbligatoria dagli attuali 18,36 euro. Il motivo: l’inflazione.
Gli aumenti di prezzo più elevati su tutta la linea dovrebbero essere coperti da tariffe di trasmissione più elevate, sostiene il presidente nazionale di DJV Frank Oberal (51).
L’attuale aliquota contributiva sta già facendo scuotere la testa. A dicembre, un sondaggio condotto dall’INSA per BILD ha rivelato: l’84 per cento dei tedeschi vuole l’abolizione del canone radiofonico!
Le emittenti pubbliche sono finanziate principalmente dai canoni di trasmissione pagati dalle famiglie e dalle imprese. L’attuale periodo di contribuzione è fino alla fine del 2024. Le emittenti sono attualmente tenute a riferire i loro futuri requisiti finanziari al comitato KEF. KEF formula quindi una raccomandazione sull’importo del canone. Gli stati federali hanno l’ultima parola.
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