Una maglia da calcio è solo un pezzo di stoffa, oggi permeabile ai fluidi corporei e leggero come una piuma, ma alla fine rimane solo un pezzo di stoffa. In Italia le persone vedono le cose in modo diverso, le maglie fanno parte dell’eredità emotiva del club e vengono anche abusate come una specie di palla di vetro che si può tirare. Come se il futuro potesse essere letto dal passato.
Per un decennio il Milan era stato maledetto con la maglia numero 9, quindi l’aneddoto è andato tra tifosi e commentatori. Dieci giocatori lo hanno indossato durante quel periodo, inclusi marcatori di talento come Fernando Torres, Gonzalo Higuain e Andre Silva. Per lo più gli mancavano tutti, e questo è stato anche il motivo per cui l’attaccante Olivier Giroud ha preso posizione su questo incantesimo malvagio quando è subentrato: se lui, Giroud, volesse davvero arrivare al 9° posto nella rossonero?
Il francese ha risposto sicuro: aveva sentito che “qualcosa di speciale” stava succedendo con questa maglia. “Ma non mi interessa. Non sono superstizioso.”
C’è molta pressione in testa alla classifica: Milan, Inter e Napoli credono nel titolo
Giroud, 35 anni, è sotto contratto con il Milan dalla scorsa estate e nessuno si aspettava che facesse grandi cose sportive. È troppo vecchio, troppo lento e troppo negativo per il calcio moderno. E ora: Giroud, Giroud, Giroud, sulle prime pagine di tutti i giornali sportivi italiani, per la seconda volta in sole quattro settimane. È stato Giroud a ribaltare le sorti del derby cittadino contro l’Inter di un doppio; La vittoria a sorpresa per 2-1 aveva portato il Milan a ridosso della vetta della classifica.
E domenica sera Giroud ha sferrato ancora una volta il colpo decisivo a un diretto concorrente. Il Milan ha vinto 1-0 in casa dell’SSC Napoli, grazie al gol del francese, che ha segnato in modo brevettato: al momento giusto, è scivolato in fuorigioco dietro l’enorme difensore del Napoli Calido Koulibaly, aspettando silenziosamente il rimbalzo del compagno di squadra David Calabria – e Giroud gli tese il piede, appena di poco, per dare la palla che toccava la porta. “Cerco di essere nel posto giusto al momento giusto”, ha poi spiegato il francese, e in Italia non era chiaro se si riferisse alla sua posizione in campo o al quadro generale.
Il tutto sport Gridò, ad esempio, un po’ prematuramente: “Jerod Scudetto!” In effetti, le probabilità non sono cattive che la persona sottovalutata diventi il campione in questa stagione. C’è stato molto movimento in Serie A, almeno rispetto alla Bundesliga, dato che il Bayern è ancora una volta in testa senza sforzo. In cima, tre club competono per un pelo. Il Milan ha un punto di vantaggio sull’Inter, che ha ancora una partita da recuperare, ma il successo di domenica ha allungato a tre punti il vantaggio sul Napolitan. Nulla è stato ancora deciso, ma la storia ce lo insegna: alla fine di una maratona, la psicologia è decisiva, e cosa c’è di più costruttivo che riuscire in un duello con i propri avversari diretti?
Il Milan ha fatto un gioco velenoso e ha rubato il Napoli al divertimento
Allo stadio di Diego Armando Maradona, il Milan ha confermato la sua conquista del primo scudetto dal 2011 con una prestazione impressionante. È stata una partita di graffi, morsi e sovrapposizioni, ed è stata anche una strategia volutamente scelta dagli ospiti: il Milan ha derubato le corsie di passaggio corto del Napoli di spazio e velocità. In Italia la bellezza è di secondaria importanza, quando conta a tutti piace rovinare il gioco. Non si spiega un discorso un po’ arrabbiato dell’allenatore del Napoli e bellezza del calcio Luciano Spalletti: “Se non sopporti la pressione”, ha detto guardando i suoi giocatori, “allora quelli che ti possono mettere da parte”.
Bene, Milano può. Questo nonostante la squadra di Stefano Pioli giochi un pallone attraente e vivace quando lo ritiene necessario. Pioli lo definisce uno “stile forte e aggressivo” e si è ispirato al Bayern Monaco. Due anni fa, l’allenatore ha inviato alcuni membri dello staff a studiare calcio a Monaco, e devono verificare la teoria degli attacchi calcistici precoci e degli attacchi rapidi per assicurarsi che corrispondano a Milano. Dopo un decennio di successi e confusione, secondo Pioli, il Milan aveva bisogno di nuovo di un’identità. Ciò include anche: stabilità quando il vento soffia lateralmente.
Il capocannoniere Giroud crede nel primo scudetto milanese da oltre dieci anni
Il risultato calcistico è inferiore a quello di Monaco, ma è qualcosa di cui essere orgogliosi. In particolare il giovane fantasista Sandro Tonali accelera e tranquillizza la partita a suo piacimento, già considerato l’erede al trono di Andrea Pirlo in Italia. La più alta concentrazione di top player è però in attacco, dove la concorrenza sta chiaramente motivando l’attività: Zlatan Ibrahimovic è uscito dalla panchina solo dopo un infortunio di domenica, e invece l’agile e agile Rafael Leao e il bluff Messi Jr – e il perfetto è invece partito il muscle man Giroud.
Nella prima partita non poteva nascondere che il tempo stava finendo anche per lui, ad ogni turno l’attaccante sembrava come se un vecchio autobus pubblico dovesse girare per i vicoli di Napoli. Ma i gol sono senza tempo, così come la fiducia e la determinazione: “Certo che crediamo nello scudetto”, ha detto Giroud alla domanda sulle prospettive del titolo del Milan. Negli ultimi dieci anni, i nove con la maglia rossonera non hanno osato dirlo.
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