Aggiornato il 3 settembre 2021 alle 6:54
- In un nuovo dramma, l’italiano premio Oscar Paolo Sorrentino affronta una tragica disgrazia.
- Il film, molto personale, racconta la sua giovinezza nella Napoli degli anni ’80.
- Convince Benedict Cumberbatch nei drammi familiari Potenza del cane con prestazioni intense.
Il premio Oscar Paolo Sorrentino ha partecipato alla corsa per il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con un film molto personale sulla morte dei suoi genitori.
Il regista italiano, vincitore dell’Oscar per “La grande bellezza”, ha presentato giovedì in anteprima il suo nuovo lavoro “È stata la mano di Dio”. Racconta di un giovane del Napoli negli anni Ottanta quando l’argentino Diego Maradona ottenne un contratto con la locale società calcistica.
Il titolo del film “La mano di Dio” racconta del giovane Fabito e della sua famiglia. Il trasferimento di Maradona a Napoli ha inizialmente giocato solo un ruolo marginale, mentre il lavoro introduce eccentrici membri della famiglia.
Un giorno, tuttavia, l’adolescente Fabito vuole disperatamente guardare una partita in casa con Maradona e non andare in montagna con i suoi genitori – dove muoiono. La storia ha parallelismi con la vita di Sorrentino: il 51enne ha perso i suoi genitori in un incidente molto simile.
Il regista di “Das Piano” Campion presenta un nuovo film
La regista neozelandese Jane Campion, prima donna a ricevere la Palma d’oro per “The Piano”, ha presentato a Venezia un dramma familiare. “The Power of the Dog” ha un cast di prim’ordine con Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst e Jesse Plemons.
Cumberbatch convince con prestazioni intense
Cumberbatch e Plemons interpretano due fratelli, Phil e George, che gestiscono una grande fattoria nello stato americano del Montana nell’anno 1925. Sono strettamente imparentati da anni, lavorano insieme quotidianamente e hanno una chiara divisione dei ruoli. Ma poi George sposa la vedova Rose (Dunst), che ferisce e fa arrabbiare Phil. Inizia una guerra tra bande contro Rose e cerca di mantenere la sua posizione di superiorità nella fattoria.
Campion, uno dei cinque registi del concorso veneziano di quest’anno, cattura la vastità del Montana e la dura vita di un cowboy con immagini mozzafiato. Si prende tempo per raccontare la sua storia, accenna sottilmente ad alcune cose e sviluppa così un fascino molto speciale.
Soprattutto, Cumberbatch (“The Avengers”) sarà ricordato con la sua intensa performance. Rappresenta un elefante, che lotta con la sua sessualità repressa, con un misto di impotenza e mascolinità tossica. (jwo/dpa)
© dpa
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