Berlino (Dpa) – Se chiedi alla gente per strada quali sono i dieci artisti più famosi al mondo, nessuno ne nominerà nemmeno uno. Questo è ciò che afferma il documentario di Arte “The Art of the Missing Woman – A Forgotten Piece of Art History”.
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Pittori, illustratori e scultori sono stati creativi nel corso dei secoli e hanno celebrato successi in mostre in tutto il mondo per tutta la vita. Il documentario in due parti di Susan Radelhoff (“Bauhaus Women”) mira a tracciare questa disparità.
I programmi di Radelhof, volutamente femministi, mettono in discussione i meccanismi del presunto ricordo sistematico e dell’oblio nella storia dell’arte. La sua causa risiede nel “patriarcato”, cioè nei rapporti maschilisti. La prima parte di mercoledì 9 giugno alle 21:55 consentirà a storici dell’arte, curatori e rappresentanti delle principali istituzioni di esprimere le proprie opinioni. Ma soprattutto vengono presentate famose artiste dell’impressionismo e del primo Novecento. Ad esempio Berthe Moreso, Susan Valadon, Julie Wolfthorn, Helen Funke, Natalia Goncharova e Hilma F Klint.
“La storia dell’arte è uno strumento molto antico, antico quanto il museo”, afferma Frances Morris, direttrice della Tate Modern di Londra. È uno strumento di governo sistematicamente ignorato dalle donne e in cui si esprime un’ideologia. Una delle tesi del programma afferma che le donne hanno ripetutamente lottato per accedere al lavoro creativo, ad esempio nonostante il divieto di studiare nelle normali accademie. Tuttavia, il loro ingresso nel diritto dell’arte è fallito anche per l’incapacità di creare reti con mostre e media. Qualcosa era più facile nei gruppi maschili.
“Malweiber” è il nome dato alle donne intorno al 1900 che hanno appreso il loro mestiere artistico presso le accademie femminili di Berlino. Questo includeva anche Julie Wolfthorn, nata nel 1864 e morta nel 1944 nel campo di concentramento di Theresienstadt. Ad eccezione di alcune fotografie nei depositi dei musei tedeschi, il suo lavoro è stato a lungo considerato perduto ed è stato scoperto solo nei primi anni 2000. Wolfthorn dipinse ritratti dell’alta borghesia a Berlino ed è forse uno degli artisti più attivi della Germania. Divenne membro fondatore della Secessione di Berlino e nel 1906, insieme alla sua collega Käthe Kollwitz, creò l'”Associazione degli artisti di pittura”.
Anche la vita e l’opera dell’artista espressionista Helen Funk (1869-1957), nata a Chemnitz, che entrò in contatto con l’avanguardia “Vauves” a Parigi e si trasformò in una pittrice femminile, è altrettanto emozionante. Il documentario di Rudelhof presenta anche il lavoro di AWA (Advanced Women Artists). Dal 2006 gli esperti della mecca culturale italiana di Firenze si sono impegnati a strappare dalla polvere dell’oblio creatori iconici. Riscoprono, ricercano scientificamente, recuperano tesori e li presentano al pubblico. Come l’opera di Elizabeth Chaplin (1890-1982), 600 di loro dormivano nel magazzino degli Uffizi.
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