L’avvocato della zia ha detto, secondo la televisione israeliana, di aver risposto con sollievo al verdetto. “È la fine di un capitolo sfortunato che è stato sia dannoso che inutile, specialmente per il piccolo Eitan”. Secondo il rapporto, la parte del nonno ha dichiarato che lo Stato di Israele “ha abbandonato un bambino ebreo e un cittadino israeliano indifeso” con una sentenza. Si continuerà a combattere con i mezzi legali che permetteranno di tornare in Israele.
Mercoledì è fissata una data per il tribunale dei minorenni di Milano. Lì il nonno e la famiglia che vivono in Israele vogliono ritirare la tutela della zia.
Secondo quanto riportato dai media, la Procura della Repubblica di Pavia ha emesso due mandati di cattura internazionali contro il nonno e un presunto partner. Inoltre, è stata richiesta l’estradizione dei due uomini. La procura della città del nord Italia accusa gli uomini di aver pianificato strategicamente il ritorno del bambino in Israele. Secondo i media, il partner è stato arrestato giovedì a Cipro, ma è stato rilasciato lunedì, secondo quanto riferito, in attesa dell’udienza del 2 dicembre.
Eitan è nato in Israele, secondo i media, ma si è trasferito con i suoi genitori in Italia poco dopo la sua nascita. Sua zia Piran Nerko ha detto che Pavia in Lombardia è la casa del ragazzo che avrebbe dovuto iniziare la scuola a settembre. Il tribunale di Gerusalemme ha anche stabilito: “Non c’è dubbio che il fulcro della vita del minore prima del suo rapimento in Israele fosse in Italia”.
Secondo i rapporti, la famiglia di sua madre che vive in Israele ha sostenuto che i suoi genitori avevano specificamente pianificato di tornare in Israele. Il ragazzo deve crescere in Israele. La questione dell’affidamento deve ora essere risolta legalmente in Italia.
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